L’attività di ricerca e sviluppo, l’innovazione, l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione sono riconosciuti come motori fondamentali dell’economia della conoscenza; il loro ruolo è basilare nelle strategie di sviluppo europee. Tra le tre priorità della strategia Europa 2020 adottata dall’Unione europea a partire dal 2010 vi è, infatti, l’attuazione di azioni concrete, a livello europeo e nazionale, per assicurare una crescita economica ‘intelligente’, caratterizzata da investimenti nei settori dell’istruzione, della ricerca e dell’innovazione
In breve
In breve
In breve
- Nel 2018 la spesa totale per ricerca e sviluppo in Italia è pari all’1,42% del Pil, inferiore a quella media dell’Unione europea (2,11%) e dei principali Paesi Ue.
- Nel 2018, il personale impegnato in attività di R&S (espresso in unità equivalenti a tempo pieno) aumenta dell’8,8% rispetto al 2017. Il 65,1% degli addetti opera nel settore privato, il 23,5% nelle Università e l’11,4% nelle Istituzioni pubbliche.
- Nel triennio 2016-2018 il 55,7% delle imprese ha svolto attività innovative e il 49,7% ha introdotto con successo nel mercato o all’interno dell’azienda un’innovazione di prodotto o di processo.
- Nel 2020 il 73,1% delle imprese con almeno 10 addetti utilizza un sito web o pagine web per valorizzare la propria attività (60.7% nel Mezzogiorno). A livello europeo l’Italia rimane diciottesima in graduatoria.
- Nel 2018 in Italia la quota di giovani tra i 20 e 29 anni con un titolo di livello terziario in discipline tecnico-scientifiche (STEM - Science, Technology, Engineering and Mathematics) è pari al 15,1 per mille. Persiste il divario fra maschi (18,0) e femmine (12,1).
- Nel 2020 il 77,8% delle famiglie accede alla rete da casa utilizzando una connessione a banda larga. Nel Mezzogiorno si rileva la percentuale più bassa (72,5%).
- Nel 2020 il 73,3% della popolazione di 6 anni e più usa Internet. Nel Mezzogiorno si rileva la percentuale più bassa (68%). A livello europeo l’Italia continua a occupare le ultime posizioni.
ITALIA
uno sguardo d'insieme
Nel 2018, in Italia, la spesa totale per attività di ricerca e sviluppo (R&S) interna sostenuta da imprese, Istituzioni pubbliche, Istituzioni private non profit e Università, ammonta a 25,2 miliardi di euro, con un incremento del 6% rispetto all'anno precedente. L’incidenza percentuale della spesa totale per la ricerca e sviluppo sul prodotto interno lordo è pari, nel 2018, all’1,42%, ed è in crescita rispetto al 2017 (1,37%).
Spesa totale per ricerca e sviluppo in percentuale del Pil
Nel 2018, il personale impegnato in attività di R&S (espresso in unità equivalenti a tempo pieno) ammonta a 345.625 unità, con un aumento dell’8,8% rispetto al 2017. Il 65,1% degli addetti dedicati alla R&S opera nel settore privato (imprese e Istituzioni private non profit), il 23,5% nelle Università e l’11,4% nelle Istituzioni pubbliche.
Nel triennio 2016-2018 si stima che il 55,7% delle imprese industriali e dei servizi con 10 o più addetti abbia svolto attività finalizzate all’introduzione di innovazioni. Rispetto al periodo precedente (2014-2016), la quota di tali imprese è aumentata di 7 punti percentuali. Si conferma che la propensione all’innovazione cresce all’aumentare della dimensione aziendale, anche se emergono segnali di un riposizionamento delle piccole e medie imprese verso una più elevata propensione all’innovazione. L’industria in senso stretto resta il settore con la maggiore propensione innovativa. Nel 2016-2018 la maggior parte delle imprese innovatrici (49,7% delle imprese) ha introdotto con successo sul mercato o nel proprio processo produttivo almeno un’innovazione e il 21,6% delle imprese con attività innovative ha stipulato accordi di cooperazione per l’innovazione, a fronte del 13,6% del periodo precedente. Nel 2018 la spesa sostenuta per le attività innovative è stata in media di circa 9 mila euro per addetto, in crescita rispetto al 2016 (7.800 euro).
Nel 2020, cresce di un punto percentuale la quota di imprese con almeno 10 addetti che dispongono di un proprio sito web o di pagine su Internet (73,1%) per valorizzare la propria attività.
Nel 2018, la quota di giovani di età compresa tra i 20 e i 29 anni residenti in Italia che ha conseguito un titolo di livello terziario in discipline tecnico-scientifiche (STEM - Science, Technology, Engineering and Mathematics) è uguale al 15,1 per mille ed è in lieve e costante aumento, con una crescita di 0,6 punti, rispetto al 2017. La componente maschile dei giovani che hanno concluso un percorso STEM registra un incremento più elevato (+0,9) rispetto a quella femminile (+0,4). Persiste, quindi, il divario di genere che raggiunge quasi i 6 punti con una quota pari al 18,0 per mille per gli uomini contro il 12,1 per mille delle donne.
Nel 2020, cresce di tre punti percentuali la quota di famiglie che accede alla rete da casa utilizzando una connessione a banda larga (77,8%). Il 73,3 % della popolazione di 6 anni e più usa Internet. Tra i giovani d’età tra i 20 e i 24 anni il 96% si connette alla Rete. Naviga su Internet il 76,8% degli uomini e il 70% delle donne, va però sottolineato che fino ai 44 anni le differenze di genere sono molto contenute e tra i giovani di 15-19 anni si registra un vantaggio a favore delle donne.
REGIONI l'Italia e le sue regioni
Nel 2017, oltre un terzo (35,3%) della spesa totale per R&S si concentra nel Nord-Ovest del Paese, segue il Nord-Est con una quota pari al 26,4% del totale; il Centro e il Sud coprono, rispettivamente, il 23,7% e il 10,7% del totale, mentre è pari al 3,9% la quota delle Isole. In termini di incidenza della spesa totale in R&S sul Pil regionale, le tre Regioni con i valori più alti dell’indicatore sono: Piemonte (2,09%), Emilia-Romagna (1,98%) e Lazio (1,70%).
Considerando la spesa delle imprese per ricerca e sviluppo rapportata al Pil, ad occupare le prime tre posizioni sono Piemonte (1,71%), Emilia-Romagna (1,50%) e Lombardia (0,98%).
Nel 2017, in Italia, si rilevano in media 5,2 addetti alla R&S ogni mille abitanti. Al Nord quasi tutte le Regioni, ad eccezione della Valle d'Aosta/Vallée d’Aoste e della Provincia Autonoma di Bolzano/Bozen, mostrano valori prossimi o superiori alla media nazionale e i valori più alti dell’indicatore si registrano in Emilia-Romagna e nella Provincia Autonoma di Trento. Anche le Regioni del Centro, ad eccezione dell’Umbria, mostrano valori superiori o in linea con il dato medio nazionale, mentre tutte le Regioni del Mezzogiorno si attestano su livelli inferiori alla media nazionale.
La quota di imprese del Mezzogiorno che utilizzano il sito web (56,5%) non cresce e si conferma il divario di quasi 20 punti percentuali rispetto al Centro-Nord (76,1%). Anche la quota delle imprese del Centro, però, si colloca ancora al di sotto della media nazionale, mentre le imprese del Nord fanno da traino.
Nel periodo 2014-2016, in termini di propensione innovativa, si conferma il primato delle imprese residenti in Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia. Una minore propensione all’innovazione caratterizza le imprese residenti nel Mezzogiorno. Ultime in graduatoria sono le imprese residenti in Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste, Sardegna e Calabria.
Imprese con attività innovative. Anno 2018 (percentuale sul totale imprese )
Nel 2017, la quota di giovani in età compresa tra i 20 e i 29 anni residenti in Italia che hanno conseguito un titolo in discipline tecnico-scientifiche aumenta di 0,5 punti per mille nelle Regioni del Nord-Ovest, in particolare in Piemonte (0,7 punti), e di 0,4 punti nel Mezzogiorno. Tra le Regioni del Mezzogiorno gli aumenti più consistenti si registrano in Molise (+1,6 punti per mille) e Basilicata (+1,5).
Nel 2019, permane un forte squilibro nell’uso del web tra Centro-Nord e Mezzogiorno (73,2% a fronte del 65,1%). Nella Provincia autonoma di Trento si rileva la più alta percentuale di internauti (76,4%), mentre la quota più bassa è presente in Calabria (62,1%). Nel 2019 le differenze tra le Regioni sono ancora notevoli e permane il vantaggio del Centro-Nord; in Trentino-Alto Adige/Sudtirol, Veneto e Lazio la quota di famiglie dotate di connessione a banda larga sfiora 80%. All’opposto le Regioni con il minor tasso di diffusione sono: Molise, Calabria, Basilicata e Sicilia. Rispetto al 2018 non si registrano variazioni significative ad eccezione della Calabria per la quale si evidenzia un incremento di 1,9 punti percentuali della quota di famiglie dotate di connessione a banda larga.
EUROPA l'Italia nel contesto europeo
Nel 2018, nell’Ue l’incidenza della spesa in R&S sul Pil è pari al 2,11%. Svezia, Austria, Germania e Danimarca superano la soglia del 3% fissata come obiettivo comune per la Strategia Europa 2020; l'Italia si colloca al di sotto dei principali partner europei e non ha ancora raggiunto il proprio obbiettivo nazionale fissato all’1,53% del Pil.
Nel 2018, nella Ue gli addetti alla R&S (espressi in unità equivalenti a tempo pieno) sono mediamente 6,4 ogni mille abitanti. L'Italia, con 5,7 addetti alla R&S ogni mille abitanti, si colloca al di sotto delle principali economie europee.
Utenti di Internet. Anno 2020 (per 100 persone di 16-74 anni con le stesse caratteristiche)
Nel triennio 2016-2018 l’Italia, con oltre il 60% di imprese che hanno svolto attività innovative, si colloca al di sopra della media europea (50,3%) e si riduce la distanza dai Paesi leader nell’innovazione quali Belgio, Germania e Austria.
Nel 2020, per quanto riguarda l’utilizzo dei siti web da parte delle imprese, l’Italia rimane al diciottesimo posto tra i Paesi Ue, registrando 4 punti percentuali in meno della media europea (78,0%). Finlandia e Danimarca sono ai primi posti nell’utilizzo dei siti web con quote superiori al 90,0%.
Nel 2018, il tasso di conseguimento di un titolo terziario in discipline tecnico-scientifiche (STEM) tra i giovani nella fascia d’età tra i 20 e i 29 anni cresce ancora in molti Paesi europei, in particolare in Irlanda (+2,5 punti rispetto al 2017) e Regno Unito (+1,5). Rimane ampio il divario tra l'Italia (15,5 per mille) e gli altri Paesi europei (che in media si collocano al 20,4 per mille). La distanza dalla media UE28 appare marcata soprattutto per gli uomini con una differenza di quasi 8 punti (18 punti con la Francia e quasi 29 punti con l'Irlanda).
Nel 2020, per quanto riguarda le famiglie con almeno un componente nella fascia d’età 16-74 anni che dispongono di un accesso a banda larga si riduce il divario dell’Italia con la media Ue (-2 punti percentuali, era di -4 punti nel 2019).
L'Italia si trova tra le ultime posizioni nella graduatoria europea con il 76% di utenti regolari Internet nella fascia d’età 16-74 anni. Il valore medio per i Paesi dell’Ue27 è 86%, mentre tra i Paesi con le percentuali prossime al 100% vi sono Danimarca, Lussemburgo, Finlandia e Svezia.