Vi sono dimensioni che riguardano le famiglie e gli individui e che, al di là delle grandezze economiche, coinvolgono la sfera della percezione personale e aspetti trasversali quali la coesione sociale e il benessere della popolazione. Gli indicatori illustrati in questa sezione permettono di descriverle. La lente di ingrandimento dell’Istat sulla situazione socio-economica mette in evidenza dati che mostrano, a livello regionale ed europeo, una forte associazione con il territorio, la struttura familiare, il livello di istruzione e la partecipazione al mercato del lavoro.
In breve
In breve
In breve
- Nel 2019, la spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia è pari a 2.560 euro, sostanzialmente invariata rispetto al 2018 e ancora inferiore a quella del 2011. Le famiglie del Centro-Nord spendono mensilmente in media 2.787 euro, 719 euro in più di quelle del Sud e delle Isole.
- Nel 2019 la povertà assoluta si riduce, ma colpisce il 6,4% delle famiglie residenti, oltre 4,6 milioni di persone. È in condizione di povertà assoluta il 9,7% delle famiglie con minori e il 26,9% degli individui stranieri. L'incidenza di povertà relativa più elevata si registra in Sicilia (24,3%), Calabria (23,4%) e Puglia (22,0%).
- Nel Mezzogiorno il 13,6% della popolazione residente (quasi 2,8 milioni di persone) vive in condizione di grave deprivazione; nel Nord-Est la quota è 2,9%.
- Il reddito familiare netto medio, nel 2018, è di 31.641 euro, ma la metà delle famiglie non supera i 25.716 euro.
- La distribuzione del reddito a livello regionale mostra forti differenze. Le maggiori concentrazioni sono in Sicilia e Campania, la maggior uniformità in Friuli-Venezia Giulia e Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste. La disuguaglianza nella distribuzione del reddito in Italia è superiore alla media Ue.
ITALIA
uno sguardo d'insieme
Nel 2019, la spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia è pari a 2.560 euro, sostanzialmente invariata rispetto al 2018. Le famiglie spendono in media 464 euro mensili per prodotti alimentari e bevande analcoliche (il 18,1% della spesa media familiare totale). La spesa per beni e servizi non alimentari è, invece, di 2.096 euro al mese (l’81,9% del totale). Il capitolo di spesa che pesa di più è quello per abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili, manutenzioni ordinarie e straordinarie.
Nel 2019, in Italia la povertà assoluta coinvolge il 6,4% delle famiglie residenti (quasi 1,7 milioni di famiglie) costituite dal 7,7% degli individui residenti (quasi 4,6 milioni di persone); il fenomeno è in diminuzione per la prima volta dopo quattro anni. La povertà assoluta colpisce 1 milione 137 mila minori (l’11,4% della popolazione residente minorenne, era il 12,6% nel 2018). Le famiglie con minori in povertà assoluta sono oltre 619 mila (9,7% del totale delle famiglie con minori). Gli individui stranieri in povertà assoluta sono quasi un milione e 400 mila, con un’incidenza pari al 26,9%. Per le famiglie con almeno uno straniero l’incidenza di povertà assoluta è del 22,0% (25,1% nel 2018), per le famiglie composte esclusivamente da stranieri è del 24,4%, per le famiglie di soli italiani è del 4,9%. La situazione è particolarmente critica per chi vive in affitto: le oltre 726 mila famiglie povere in affitto rappresentano ben il 43,4% di tutte le famiglie povere, a fronte di una quota di famiglie in affitto del 18,4% sul totale delle famiglie residenti.
Nel 2019 le famiglie in condizioni di povertà relativa sono stimate poco meno di 3 milioni (11,4% delle famiglie residenti), per un totale di oltre 8,8 milioni di individui (14,7% del totale della popolazione residente).
Individui che vivono in famiglie in condizione di grave deprivazione. (per cento individui residenti)
Nel 2018, le famiglie residenti in Italia hanno percepito un reddito netto medio annuo uguale a 31.641 euro, (circa 2.637 euro al mese). Tuttavia, poiché la distribuzione dei redditi è asimmetrica, la maggioranza delle famiglie ha conseguito un reddito inferiore all’importo medio. Il valore mediano, infatti, che fornisce il livello di reddito che separa il numero di famiglie in due parti uguali, mostra che il 50% delle famiglie residenti in Italia ha percepito un reddito annuo non superiore a 25.716.
Nel 2020, la quota di persone molto o abbastanza soddisfatte per la propria situazione economica è in aumento rispetto all'anno precedente e si attesta al 58,0%. Tuttavia, si tratta di un incremento più contenuto di quello registrato l'anno precedente.
REGIONI l'Italia e le sue regioni
Nel 2019, le famiglie del Centro-Nord spendono mensilmente in media 2.787 euro, 719 euro in più di quelle del Sud e delle Isole. Trentino-Alto Adige/Sudtirol e Lombardia sono le Regioni con la spesa media mensile familiare più elevata (circa 3.000 euro mensili); la Provincia autonoma di Bolzano/Bozen supera addirittura i 3.500 euro mensili; Sicilia, Basilicata, Calabria e Puglia sono le Regioni con la spesa più contenuta (circa 2.000 euro al mese). La quota destinata alla spesa alimentare è massima nel Mezzogiorno (22,7%) e minima nel Nord-est (15,9%).
Spesa media mensile familiare per alimentari e bevande analcoliche (valori in euro correnti)
Spesa media mensile familiare per beni e servizi non alimentari (valori in euro correnti)
Nel 2019 l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno con valori pari a 8,6% (8,5% nel Sud e 8,7% nelle Isole) rispetto alle altre ripartizioni (5,8% nel Nord-Ovest, 6,0% nel Nord-Est e 4,5% nel Centro). Le differenze territoriali rilevate per le famiglie si confermano anche per gli individui: sono oltre 2 milioni i poveri assoluti residenti nel Mezzogiorno contro 1 milione e 860 mila nelle Regioni del Nord. Scende la quota di famiglie povere assolute nei Comuni centro delle aree metropolitane del Centro: rispetto al 2018, passa da 3,5% a 2,0%; nel Mezzogiorno scende da 13,6% a 9,8% (nelle Isole da 11,3% a 6,4%). La povertà relativa è stabile in tutte le ripartizioni: nel Nord l’incidenza si attesta a 6,8% con valori simili sia nel Nord-Ovest sia nel Nord-Est (rispettivamente 6,7% e 6,9%), mentre è al 21,1% nel Mezzogiorno.
Nel 2018, il reddito familiare netto mediano (calcolato escludendo gli affitti figurativi) mostra una differente distribuzione territoriale: la Provincia autonoma di Bolzano/Bozen continua a registrare il valore più elevato (pari a 32.768 euro, circa 2.731 euro mensili), con oltre 13.204 euro di scarto rispetto alla Sicilia che, invece, si colloca ultima nella graduatoria per questo indicatore (19.564 euro annui, pari a 1.630 euro mensili). Le Regioni con una concentrazione dei redditi più alta sono la Sicilia e la Campania, che presentano valori dell’indice di concentrazione di Gini rispettivamente uguali a 0,373 e 0,371; una maggiore uniformità nella distribuzione dei redditi si registra, invece, per le Regioni del Nord, in particolare per la Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (0,259) e per il Veneto (0,271).
Nel 2019, l’ammontare degli individui che vivono in famiglie in condizione di grave deprivazione in Sicilia e in Campania supera il milione, vale a dire rispettivamente il 17,8% e il 16,6% della popolazione che vi risiede. Le percentuali più contenute si rilevano in Veneto (valore uguale al 1,7% e corrispondente a oltre 82 mila individui) e in Umbria (valore uguale al 1,8% e corrispondente a oltre 15 mila individui). Il divario è più ampio tra Mezzogiorno e Nord-Est. In particolare, nel Mezzogiorno vive in condizione di grave deprivazione il 13,6% della popolazione residente (quasi 2,8 milioni di individui) mentre nel Nord-Est il 2,9% (più di 338 mila di individui).
La soddisfazione per la situazione economica varia sensibilmente tra le diverse aree geografiche del Paese. Nel 2020 al Nord-Est la quota delle persone di 14 anni e più molto o abbastanza soddisfatte raggiunge il 65,6%, nel Mezzogiorno si ferma al 50,9%. Anche se in modo meno sostenuto che in passato, la quota di persone molto o abbastanza soddisfatte della propria situazione economica è in aumento in tutto il Paese, ad eccezione del Nord-Ovest.
EUROPA l'Italia nel contesto europeo
Nel 2019, l’indice di disuguaglianza di Gini, calcolato sui dati dei redditi del 2018 rilevati per tutti i Paesi dell’Ue dall’indagine sul reddito e condizioni di vita (Eu-Silc), consente un confronto a livello europeo. L’Italia, con un valore pari a 0,328, al di sopra della media europea (0,302), si colloca in ventiduesima posizione nella graduatoria dei Paesi dell’Ue. Per questo indice, i cui valori sono compresi nell’intervallo di estremi 0 e 1, si registrano marcate differenze territoriali tra i Paesi dell’Ue: si passa, infatti, dai valori più alti assunti dalla Bulgaria (0,408) e dalla Lituania (0,354), dove la distribuzione dei redditi è fortemente diseguale, ai valori più bassi assunti dalla Slovacchia (0,228) e dalla Slovenia (0,239), Paesi caratterizzati da distribuzioni del reddito più eque.
L’indicatore di grave deprivazione materiale nei Paesi dell’Ue mostra il valore più elevato in Bulgaria (19,9%) seguita dalla Grecia (16,2%) e dalla Romania (14,5%). I Paesi che presentano i valori più contenuti sono il Lussemburgo (1,3%), la Svezia (1,8%) e la Finlandia (2,4%). Il valore italiano dell’indice (7,4%) è più elevato della media europea di 2,0 punti percentuali.
Individui che vivono in famiglie in condizione di grave deprivazione. Anno 2019 (per cento individui residenti)