L’assistenza sanitaria, insieme alla previdenza, rappresenta un asse portante del welfare. Obiettivo dei sistemi sanitari nazionali è promuovere e migliorare la salute dei cittadini per mezzo di iniziative di educazione, prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione. Gli indicatori sanitari misurano una realtà che, oltre a rappresentare una voce centrale nel bilancio dello Stato, è soprattutto elemento primario del sistema dell’assistenza sociale. Da oltre un decennio, in Italia e nell’Unione europea, il sistema sanitario è sottoposto a riforme che hanno come obiettivo la razionalizzazione delle risorse e il contenimento della spesa.
In breve
In breve
In breve
- Nel 2018 la spesa sanitaria pubblica è inferiore rispetto a quella di altri Paesi europei. La Germania è al primo posto per spesa pro capite.
- Nel 2019, le famiglie italiane hanno contribuito alla spesa sanitaria complessiva per poco meno del 26,0%, ciò colloca l’Italia tra i primi dieci Paesi dell’Ue.
- La mortalità per tumori continua a diminuire (24,7 per 10 mila abitanti nel 2018) e si riducono le differenze di genere. In Campania, per gli uomini, si registra il tasso più alto a livello nazionale (35,4 decessi per 10 mila abitanti).
- È nel Nord-Est la più alta quota di consumatori di alcol a rischio (18,1%), al Sud quella di persone obese (12,1%) e al Centro la quota più alta di fumatori (20,8%).
- Nel 2018 in Italia ci sono 1.048 ospedali; i posti letto sono 3,1 ogni mille abitanti, a fronte di un valore medio Ue di 5,0. In particolare, il Nord-Ovest e il Nord-Est hanno 3,4 posti letto ogni mille abitanti, il Mezzogiorno ne ha 2,8 e la Calabria presenta il valore più basso in assoluto: 2,5.
- La mortalità infantile in Italia è tra le più basse in Europa, ma nel Mezzogiorno è più elevata rispetto al Centro-Nord e la differenza non si è ridotta negli ultimi dieci anni.
ITALIA
uno sguardo d'insieme
Nel 2019 in Italia, fra la popolazione di 14 anni e più, la quota dei fumatori è uguale al 18,4% e quella dei consumatori di alcol a rischio 15,4%, mentre tra la popolazione adulta (18 anni e più) le persone obese sono il 10,9%. Il programma "Guadagnare salute" della Regione europea dell'Organizzazione mondiale della sanità sostiene gli interventi economici, sanitari e di comunicazione volti a contrastare la diffusione dei principali fattori di rischio quali fumo, alcol, stili alimentari non salutari e sedentarietà (questi ultimi strettamente connessi all'obesità).
Tassi di mortalità standardizzati. (valori per 10.000 abitanti)
Nell’area europea il finanziamento pubblico dei servizi sanitari rappresenta la scelta prevalente. Nel 2019, le famiglie italiane hanno contribuito con proprie risorse alla spesa sanitaria complessiva (pubblica e privata) per una quota pari a 25,9%, in aumento di soli 0,3 punti percentuali rispetto al 2004. La spesa sanitaria delle famiglie rappresenta il 2,0% del Pil nazionale.
Nel 2018, la spesa sanitaria pubblica corrente dell’Italia ammonta a poco più di 113 miliardi di euro, pari al 6,5% del Pil e a 1.875 euro annui per abitante.
L'offerta ospedaliera continua a ridursi nel tempo: la tendenza verso un modello di rete ospedaliera sempre più integrato con l’assistenza territoriale ha determinato una diminuzione del numero di ospedali - da 1.378 nel 2002 a 1.048 nel 2018 - e della dotazione di posti letto che, negli stessi anni, è passata da 4,4 ogni 1.000 abitanti a 3,1. Questi andamenti derivano dagli interventi normativi volti a ridurre e razionalizzare la spesa sanitaria, promuovendo la deospedalizzazione dei casi meno complessi che vengono trattati dalla rete di assistenza territoriale.
Nel 2019 si sono registrati 1.810 ricoveri ospedalieri per 100 mila abitanti in regime ordinario per le malattie del sistema circolatorio e 1.102 ricoveri per i tumori. In entrambi i casi vi è una diminuzione rispetto all’anno precedente. Le differenze di genere sono elevate per le prime (2.186 per gli uomini, 1.452 per le donne) e contenute per i secondi (1.105 per gli uomini, 1.099 per le donne).
Anche la progressiva riduzione dei ricoveri è determinata principalmente dalla presa in carico da parte dei servizi sanitari extra ospedalieri dei pazienti con problemi di salute gestibili in regime ambulatoriale, piuttosto che da cambiamenti del quadro epidemiologico della popolazione.
Nel 2018, in Italia il tasso di mortalità (standardizzato) per tutte le cause è di 82.9 decessi per 10 mila abitanti, in diminuzione rispetto al 2017 (86,7), anno in cui si è verificato un picco di mortalità.
Il tasso relativo alle malattie del sistema circolatorio, responsabili della maggior parte dei decessi, si è ridotto di circa il 25% negli ultimi dieci anni sia per gli uomini sia per le donne (28,1 decessi per 10 mila abitanti nel 2018). Continua a diminuire la mortalità per tumori a livello nazionale (24,7 per 10 mila abitanti nel 2018), grazie al successo di misure di prevenzione primaria e avanzamenti diagnostici e terapeutici. Gli uomini presentano livelli di mortalità superiori a quelli delle donne sia per le malattie circolatorie sia per i tumori, ma per i tumori il divario di genere diminuisce nel tempo. Il tasso di mortalità infantile, importante indicatore del livello di sviluppo e benessere di un Paese, presenta in Italia, fin dal 2014, un valore di poco inferiore a tre decessi per mille nati vivi ed è stabile negli ultimi anni.
REGIONI l'Italia e le sue regioni
Nel 2018, i fenomeni del consumo di alcol a rischio e dell’obesità fanno emergere situazioni territoriali differenti: nel Centro-Nord è più alta la quota di consumatori di alcol a rischio (18,3%), al Sud e nel Nord-Est quella di persone obese (rispettivamente l’11,6% e l’11.5%). Per i fumatori, la quota più alta si rileva nel Lazio (23,4%), in Umbria (20,5%), nelle Marche (20,4%), in Piemonte (20,2%) ed in Toscana (20,0%).
Nel 2016, a livello regionale i livelli di spesa sanitaria per abitante sono molto variabili a causa delle differenze esistenti nelle condizioni socio-economiche delle famiglie e nei modelli di gestione dei sistemi sanitari regionali. La spesa pro capite delle ripartizioni geografiche del Centro (1899,2 euro), del Nord-Est (1894,6) e del Nord-Ovest (1904,3 euro) sono simili fra loro e al di sopra della media nazionale (1866,0 euro), mentre nel Mezzogiorno (1800,8 euro) la spesa pro capite è inferiore alla spesa media nazionale. Nel 2016, il peso della spesa sanitaria delle famiglie in percentuale del Pil regionale è più alto nel Mezzogiorno (2,5%) rispetto al Centro-Nord (2,0%). La spesa sanitaria privata media annua familiare ammonta a poco più di 1.100 euro nel Mezzogiorno e raggiunge i 1.500 euro nel Centro-Nord. Questo dato sottolinea un aspetto determinate nelle quote di spesa legato a differenziali di reddito tra le ripartizioni.
Nel 2018, i valori dell’indice di attrazione confermano che Lombardia (2,8), Emilia-Romagna (2,6), Provincia autonoma di Bolzano/Bozen (2,1) e Toscana (1,8) sono le aree territoriali dove sono collocati gli ospedali che curano molti pazienti residenti in altre Regioni. Al contrario, elevati flussi in uscita rispetto a quelli in entrata interessano la Sicilia (0,3), la Sardegna (0,4), la Campania (0,4) e soprattutto la Calabria (0,1).
I posti letto ospedalieri continuano a diminuire in tutte le Regioni italiane e il divario tra le aree geografiche del Paese è ampio: nel 2017 il Nord-Ovest e il Nord-Est hanno 3,4 posti letto ogni mille abitanti, mentre il Mezzogiorno ne ha 2,8. Tra le Regioni del Sud la Calabria, con 2,5 posti letto ogni mille abitanti, presenta il valore più basso in assoluto. A seguire, tra le Regioni del Centro, la Toscana con 2,8 posti letto ogni mille abitanti e, tra quelle del Nord, il Friuli-Venezia Giulia con 3,2. I valori più elevati sono quelli dell’Emilia- Romagna (3,7 posti letto ogni mille abitanti), della Valle d’Aosta (3,6), del Molise (3,4) e della Sardegna (3,0).
Fattori di rischio - Consumatori di alcol a rischio di 14 anni e oltre. Anno 2019 (per 100 persone)
Nel 2017, al netto delle differenze di composizione per età della popolazione, il tasso di mortalità (standardizzato) per tutte le cause evidenzia uno svantaggio delle Regioni del Mezzogiorno: nel Sud e nelle Isole si osserva un tasso superiore a 93 decessi per 10 mila abitanti, mentre nelle ripartizioni del Centro e nel Nord questo valore varia tra 81 e 85. Anche la mortalità infantile è più elevata nel Mezzogiorno e la differenza con le ripartizioni del Centro e del Nord non tende a ridursi negli ultimi dieci anni. Pur essendo la mortalità per tumore mediamente più bassa nel Mezzogiorno (24,4 decessi per 10 mila abitanti), in Campania per gli uomini si registrano i tassi più elevati a livello nazionale (36,5).
EUROPA l'Italia nel contesto europeo
Riguardo all'abitudine al fumo, nel 2019 l'Italia, con una percentuale di fumatori uguale al 18,6% della popolazione (di 15 anni o più), si colloca in posizione centrale nella classifica dei Paesi Ue; nelle prime posizioni si trovano Grecia (35,0%), Ungheria (25,8%), Francia (25,4%) e Austria (24,3%). L'abitudine al fumo è meno diffusa in Svezia (10,1%), Finlandia (13,0%) e Irlanda (14%).
Riguardo all'obesità, nel 2019 l'Italia presenta una percentuale di persone obese uguale al 10,9% della popolazione adulta (di 18 anni o più); questo dato la colloca tra i Paesi con i valori più bassi insieme a Svezia (14,1%) e Paesi Bassi (14,4%). I valori più alti si osservano per Regno Unito e Finlandia (21,0%), Repubblica Ceca (20,5%) e Ungheria (20,0%).
La spesa sanitaria pubblica corrente italiana è di gran lunga inferiore rispetto a quella di altri Paesi europei. A parità di potere d’acquisto, a fronte dei circa 3.485 dollari per abitante spesi in Italia nel 2018, Regno Unito, Irlanda e Finlandia superano i 4.000 dollari, Austria, Belgio, Francia e Lussemburgo superano i 5.000 dollari, mentre la Germania con 6.224 dollari per abitante si attesta al primo posto per spesa pro capite.
Il confronto europeo evidenzia che nel 2019 in Italia la quota di spesa sanitaria privata sulla spesa sanitaria complessiva (pubblica e privata) è pari al 25,9%, vicina alla quota osservata per l’Estonia e l’Irlanda. Il Paese in cui i contributi della spesa privata sono maggiori è la Grecia (con il 40,7%), seguita dal Portogallo (38,8%) e dall’Ungheria (30,6%); tutti gli altri Paesi dell’Ue presentano quote inferiori al 30% e i contributi minori si registrano per la Germania (15,0%), la Svezia (14,8%) e il Lussemburgo (14,1%).
Riguardo l'offerta di posti letto ospedalieri, l'Italia si colloca al 23° posto con un valore molto al di sotto della media europea (3,1 posti letto ogni 1.000 abitanti in Italia, rispetto al valore Ue di 5,0). Nel contesto europeo, l'Italia con 1.102 ricoveri ospedalieri in regime ordinario per 100.000 abitanti per tumori e 1.810 ricoveri per malattie del sistema circolatorio si colloca nella prima metà della graduatoria con livelli di ospedalizzazione simili a Francia e Belgio.
Posti letto ordinari. Anno 2018 (per 1.000 abitanti)
Nel 2017, i tassi di mortalità per tumori e per malattie del sistema circolatorio sono entrambi inferiori a quelli della maggior parte dei Paesi europei. Nel 2018, l'Italia si conferma tra i Paesi con il più basso valore del tasso di mortalità infantile (2,8 per mille nati vivi, mentre la media Ue è di 3,5 per mille), valore simile a quello di Irlanda, Spagna e Austria.